Armi Militari

Comunicato CD-477 del 2018-09-18

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Pubblichiamo un comunicato di Comunicato CD-477 del 18 settembre 2018

RECEPIMENTO DIRETTIVA ARMI: LA VITTORIA (MUTILATA) DELL’ASSOCIAZIONISMO ARMIGERO

Con la recente pubblicazione in Gazzetta del DLgs 10 agosto 2018, n. 104, e con la relativa circolare applicativa del 12 settembre 2018 si può considerare ormai giunto al termine il recepimento della direttiva UE 2017/853, che è pienamente entrata in vigore venerdì 14 settembre.
Per quello che riguarda il contenuto del decreto, constatiamo anzi tutto che il lungo e delicato impegno della nostra associazione e dell’intero comparto armiero, che sarà a breve illustrato e puntualmente documentato, ha finalmente ottenuto numerosi miglioramenti per i detentori legali di armi:

Illustrati gli aspetti positivi, non possiamo però sottacere una profonda perplessità per quanto riguarda alcuni aspetti critici del decreto che non solo non sono stati espunti dalla bozza originaria, ma che in alcuni casi sono stati introdotti proprio durante gli ultimi passaggi prima dell’approvazione definitiva.

Ci riferiamo anzi tutto alle modifiche al DL 306/92 (sulle limitazioni all’acquisto di munizioni per i titolari di porto d’armi), relativamente al quale a seguito delle interlocuzioni in febbraio con il Dipartimento della P.S. avevamo ottenuto già nel primo schema di decreto importanti miglioramenti che avrebbero diminuito sensibilmente la discrezionalità nell’apporre non motivate prescrizioni limitative, miglioramenti che invece non solo le Commissioni parlamentari hanno incomprensibilmente richiesto di eliminare ma che addirittura sono stati trasformati in peggioramenti che inevitabilmente rischiano di rafforzare questa odiosissima consuetudine che pare ora essere stata trasformata in una delle caratteristiche standard della licenza di porto d’armi.
Vi è poi l’aspetto, gravissimo e in sentore di illegittimità costituzionale, della sostanziale retroattività amministrativa e penale della norma che limita il possesso delle armi di categorie A6, A7 ed A8 e dei caricatori “maggiorati”, per cui dal 1 gennaio risulteranno fuori legge tutti coloro che hanno legittimamente acquistato armi di dette categorie fin dal giugno 2017 (o vero ben 15 mesi prima dell’entrata in vigore della legge!) senza aver provveduto in seguito a diventare “tiratori sportivi” o ad ottenere la nuova cervellotica licenza di collezione. Dalle bozze circolate prima della pubblicazione in Gazzetta sembrava che il problema fosse stato risolto, al contrario invece è stata ripristinata la data-limite del 13 giugno 2017 a fronte di un breve termine per l’adeguamento, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2018. Data peraltro che pare appositamente scelta per creare complicazioni, dato che al 31 dicembre scadono le iscrizioni al TSN e ad altre federazioni sportive e quindi, a meno di non rinnovare istantaneamente le iscrizioni, il 1 gennaio migliaia di tiratori si ritroveranno automaticamente “scoperti”.
Non si capisce inoltre a che pro aver eliminato il nulla osta del Prefetto per l’acquisto di armi per corrispondenza, che, costituendo un controllo ulteriore in aggiunta al nulla osta del questore o al porto d’armi, nei fatti già soddisfaceva ed anzi superava i livelli di controllo richiesti dalla direttiva. La conseguenza è che dal 14 settembre le armi si potranno acquistare “a distanza” solo tramite operatori professionali andando a costituire per la fattispecie un ulteriore regime di monopolio di cui non si sentiva il bisogno.
Per quello che infine riguarda le novità sui collezionisti, complessivamente positive, spicca questo “stravagante” limite di 62 colpi sparabili in ogni sessione di tiro, del quale nella circolare è chiarita l’origine nelle procedure di prova delle armi della Polizia di Stato. A tal proposito non si capisce proprio secondo quale logica si sia voluto imporre ai collezionisti di armi comuni le medesime modalità di prova previste per le armi delle Forze dell’Ordine, causando inevitabilmente non pochi problemi in fase di applicazione.
Circa l’eliminazione dell’iscrizione ad un poligono o campo di tiro privato dai requisiti per essere considerati “tiratore sportivo”, sottolineiamo come l’istituzione di normative che sostanzialmente discriminano e svantaggiano i campi di tiro privati siano contrari all’ispirazione liberale che ci contraddistingue, oltre che contrari al mercato e agli interessi delle stesse Forze Armate che nei campi privati svolgono gran parte dell’addestramento a fuoco.

Preso atto quindi dei pro e dei contro illustrati, dobbiamo comunque considerare positivo il bilancio che ne deriva (specie in relazione ai gravissimi rischi a cui i nostri diritti sono stati esposti) e confidiamo nei correttivi che dovranno essere approvati entro 24 mesi per sistemare le problematiche sopra esposte e magari anche altre pregresse su cui ci siamo impegnati per più di un anno e per le quali continueremo ad impegnarci.

Per quanto riguarda invece la circolare esplicativa del 12 settembre notiamo purtroppo ulteriori problemi che necessiteranno di essere risolti, quali ad esempio l’approssimativa descrizione delle categorie A7, A8 ed A9, che si deve ritenere quantomeno fuorviante per gli Uffici di PS, o la pretesa di avviso di trasporto per la prova nei poligoni delle armi detenute in collezione da soggetti titolari di porto d’armi, in alcun modo ravvisabile o desumibile né all’interno del decreto né della già vigente legislazione. Molto preoccupante infine è la delega al CONI per una successiva definizione dei requisiti per essere considerati “tiratori sportivi”, che non trova nel decreto alcun fondamento ed anzi si può dire al contrario che la definizione è già chiarissima ed inequivocabile.
Faremo comunque il possibile per evitare che una non condivisibile applicazione possa aggiungersi alle già illustrate problematiche insite nel testo del decreto e sminuire ancora di più i buoni risultati faticosamente conseguiti in occasione dell’approvazione del decreto.

A tal proposito sappiamo benissimo, in ogni caso, che da soli non avremmo potuto raggiungere simili risultati e sono tanti coloro che dobbiamo ringraziare. Anzitutto Firearms United e le altre associazioni e federazioni del comparto armiero nazionale: la prima per l’eccellente lavoro svolto in sede europea e le altre per la capacità di lavorare tutte unite per difendere diritti ed interessi comuni. Al Parlamento Europeo bisogna ricordare con gratitudine il particolare impegno dell’On. Stefano Maullu (FI) e degli altri parlamentari che hanno presentato gli emendamenti tramite i quali le minacce provenienti dalla Commissione Europea sono state quasi totalmente azzerate. A livello nazionale sicuramente un buon lavoro è stato svolto dai senatori della Lega, i quali, tenendo fede agli impegni precedentemente presi dal Ministro Salvini in rappresentanza di tutto il partito, hanno analizzato approfonditamente le problematiche evidenziate nel testo iniziale ed hanno saputo accogliere le osservazioni e le proposte provenienti dal comparto e dalla nostra associazione.
Infine un ringraziamento speciale non può non andare all’On. Maria Cristina Caretta (FdI) per la determinazione e la forza con cui ha lavorato per mantenere gli impegni assunti in campagna elettorale, coinvolgendo attivamente il gruppo alla Camera di Fratelli d’Italia e rendendo possibile l’audizione del Comitato in I Commissione.

Ora l’attività del Comitato continuerà per garantire la corretta applicazione del decreto approvato, essendo necessario chiarire tutti gli aspetti ambigui o fuorvianti che, come abbiamo illustrato, già si stanno manifestando, continuando a promuovere il doveroso connubio tra chiarezza ed efficacia delle norme e diritti dei cittadini che detengono legalmente armi.

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