FAL Argentino – Contratto Croato

Una premessa sul FAL Argentino

Il FAL Argentino fu adottato dalle forze armate e dalle agenzie di sicurezza in sostituzione del vecchio Mauser 1909 in 7,65 × 54 anche in seguito dell’adozione della nuova munizione NATO, la 7,62 × 51 mm.
La prima partita fu prodotta negli stabilimenti della FN in Belgio e fu distribuita nel 1955.
Fu solo nel 1958, a causa della situazione politica incerta causata dal Generale Peron, che la FN diede la licenza di produzione in proprio alla DGFM (Direccion General de Fabricaciones Militares) presso i suoi stabilimenti militari Domingo Matheu nella città  di Rosario, nella provincia di Santa Fe.
Anche gli stabilimenti della DGFM con gli anni produssero alcune varianti pur restando principalmenti fedeli al disegno originario di Saive.
Principalmente le varianti prodotte localmente furono:

  • Serie 1 : Configurazione originale.
  • Serie 2 : Estrattore sostituito con modello fatto in 2 pezzi.
  • Serie 3 : Le parti in legno della maniglia di trasporto e dell’impugnatura della baionetta sostituite con materiale sintetico.
  • Serie 4 : Handguard in legno con scanso per il bi-piede sostituito in materiale plastico senza il supporto per il bipiede.
  • Serie 5 : Sostituzione del calcio con quello denominato modello ‘C’.
  • Serie 6 : Il modello finale.

Nel 1964 la maggioranza delle Forze Armate Argentine, la polizia di confine, la polizia federale, la guardia costiera, la marina e l’aviazione erano equipaggiate con la nuova arma.
Vista la domanda per il mercato civile di una variante semiautomatiche, la DGFM produsse anche una versione denominata FSL (Fusil Semiautomatico Liviano). Le versioni semiautomatiche erano comunque solo destinate la mercato civile, in quanto sia le forze armate che le agenzie di sicurezza avevano comunque in dotazione la variante automatica.
Vennero anche prodotti alcuni prototipi quali una versione trainer in calibro .22LR detto FSE (Fusil Semiautomatico de Entrenamiento) ; una variante con canna pesante per il tiro di precisione detta FSP (Fusil Semiautomatico de Precision). Ed una versione in 5,56 × 45 mm in grado di accettare i caricatori STANG dell’M16 detta FARA 83 (Fusil Automatico Republica Argentina).
Il progetto poi abbandonato in seguito dall’adozione della Steyr AUG.
I FAL argentini furono usati durante gli anni 70 durante le operazioni di guerra al terrorismo, la guerra sucia, situazione in cui sia l’esercito sia la guerriglia facevano uso intensivo di questa arma.
Il più grande uso fu durante la guerra delle Falkland nel 1982. Dopo la resa dell’esercito argentino, molte di queste armi finirono nell’oceano, o trattenute dall’esercito inglese come arma d’allenamento. La versione argentina del FAL piacque molto ai soldati inglesi in quanto questa variante, rispetto alla loro L1A1 era in grado di poter sparare in modalità  automatica.
I FAL prodotti dalla DGFM furono anche esportati in Uruguay, Perù e Bolivia, Honduras e Nicaragua.
Molto più note furono le esportazioni clandestine verso la Croazia nel 1991 e verso l’Ecuador nel 1995, esportazioni entrambe clandestine in quanto fatte durante un periodo di confitto in cui vigeva il divieto di cessione di armi a paesi in guerra. Queste operazioni clandestine, eseguite entrambe durante l’amministrazione Menem, che causarono uno scandalo mondiale, segnarono la fine della DGFM con la relativa chiusura della linea produttiva e la cessione dei macchinari.

Perché il contratto Croato ?

Decreto Nacional 2.283/1991
Decreto Nacional 2.283/1991

Il paese latino accoglie una vasta comunità  croata emigrata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Tra le persone più note vi fu anche Ante Pavelić, detto il duce, fondatore del movimento nazionalista degli Ustaša nel nuovo autoproclamato stato indipendente della Croazia dal 1941 al 1945.
Finita la guerra, a seguito degli scontri con i partigiani croati fuggì dapprima in Austria, poi a Roma ed infine in Argentina. Da allora, la comunità croata rappresenta la più influente comunità dell’Argentina.
Furono le idee politiche di Pavelić, in linea con lo stampo peronista del Governo Menem, che fecero si che l’Argentina aiutò le truppe croate fornendo loro armi e munizioni, violando le norme dell’embargo.
La spedizione è stata effettuata da navi croate che hanno caricato il carico nei porti argentini.
E’ stato l’episodio più oscuro della storia della DGFM, in quanto le sua capacità di esportazione è stata gravemente colpita dalle politiche criminali dell’amministrazione Menem.

Con il Decreto Nacional 2283/91 vennero esportate, sotto falsa destinazione a Panama dalla Debrol S.A. International Trade, le seguenti armi e munizioni destinate alla Croazia.

  • 23’000 Fucili automatici FAL in calibro 7,62 × 51 mm NATO modello IV con kit di pulizia individuale, manuale di istruzioni ed un serbatoio.
  • 2’875 Fucili semiautomatici FSL (la versione parà ) in calibro 7,62 ×51 mm NATO con kit di pulizia individuale, manuale di istruzioni ed un serbatoio.
  • 28’750 baionette.
  • 4’830 bi-piedi per fucile FAL.
  • 103’500 caricatori aggiuntivi per FAL.
  • 2’300’000 munizioni 9 × 19 mm.
  • 20’700’000 munizioni 7,62 × 51 mm NATO FMJ tipo C.
  • 575’000 munizioni 7,62 × 51 mm NATO FMJ tipo C.
  • 1’035’000 munizioni 7,62 × 51 mm NATO con palla perforante tipo P.
  • 125 morati calibro 81mm.
  • 63 morati calibro 120mm.
  • 5’000 proiettili per mortaio con capacita normale da 120mm.
  • 18’750 proiettili per mortaio con capacita maggiorata da 120mm.
  • 12’500 proiettili per mortaio con capacita normale da 81mm.
  • 6’250 proiettili per mortaio con capacita maggiorata da 81mm.
  • 3’450 mine terrestri antipersona
  • 2’300 mine terrestri anticarro.
  • 54’050 granate FMK2.
  • 10’925 granata TB40.
  • 4’830 granata GEAT62.
  • 862 munizioni a salve per FMK1.
  • 2’243 FMK3.
  • 10’005 granate a mano.
  • 9’430 granate da 38,1 mm.
  • 52 pistole lanciagranate da 38,1 mm.
  • 51 kit di riparazione per 1000 FAL.
  • 20 kit di riparazione per 1000 pistola FM HP.
  • 12 kit di riparazione per 1000 FMK3.
  • 934 kit di riparazione / mantenimento tipo A per FAL.
  • 250’000 munizioni .12,7×99 traccianti T.
  • 805 lanciagranate da 105 mm.
  • 23’000 pistole PAM I PAM II ricondizionate in calibro 9 mm.
  • 200 missili anticarro CIBEL 2K.
  • 6 lanciamissili CIBEL 2K.
  • 1 simulatore per allenamento da operatore per sistema d’arma CIBEL 2K.

Il tutto per un totale di USD 28’892’716 ,00

Il Monumento storico nazionale alla Bandiera (in spagnolo: Monumento histórico nacional a la Bandera) è un monumento della città argentina di Rosario, nella provincia di Santa Fe.
Il Monumento storico nazionale alla Bandiera (in spagnolo: Monumento histórico nacional a la Bandera) è un monumento della città argentina di Rosario, nella provincia di Santa Fe.

Tutte le armi di piccolo calibro e le munizioni non sono state “sanificate”, tutte riportano i tipici contrassegni DGFM (l’iconografia del Monumento alla Bandiera). Nessun crest o riferimento croato è stato marcato.
Per nascondere la mancanza delle grandi scorte di munizioni calibro 155mm, il 3 novembre 1995, diversi magazzini dello stabilimento militare “Rio Tercero” sono stati fatti saltare in aria in una delle peggiori tragedie della storia argentina.
Metà della fabbrica fu  distrutta e molte case del vicino centro abitato subirono gravi danni.
I fucili FAL sono stati assegnati principalmente alle truppe di prima linea, essendo il Commando “Obuka” dotato esclusivamente con FAL Argentini nella versione parà. Anche la prima brigata delle guardie “Tigre” fece uso intensivo dei fucili FAL argentini, molti cecchini customizzarono i loro FAL con supporti per ottiche e bipiedi.

Francobollo raffigurante il Monumento storico nazionale alla Bandiera.
Francobollo raffigurante il Monumento storico nazionale alla Bandiera.

Nessuna arma fu venduta a forze serbe, slovene, bosniache o macedoni, solo alle forze croate.
Particolare dei FAL argentini sono le mire posteriori, infatti anche nei modelli con calcio fisso veniva montata la diottra dei FAL dotati di calcio pieghevole.
I 4830 bipiedi erano del modello a sgancio rapido.
Tutte le parti principarli dell’arma sono marcate con il simbolo della DGFM, un’icona stilizzata del Monumento alla Bandiera, monumento situato nella città di Rosario.

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